Un piccolo legume simile ad un sassolino, con una buccia molto spessa, definita per secoli “il pane dei poveri”: la cicerchia è in realtà un alimento altamente nutriente, utilizzato dai contadini per affrontare il duro lavoro nei campi, ma anche dai ricchi durante i periodi di carestia.
La cicerchia è uno dei legumi più antichi che l’uomo conosca: si parla di 8000 anni a.C. in Mesopotamia, anche se ricette vere e proprie ci arrivano dagli antichi Egizi e successivamente dai Romani. Sfortunatamente a fine Ottocento il suo uso scomparve perché ritenuta responsabile di malattie neurologiche. Effettivamente la cicerchia contiene un aminoacido potenzialmente tossico, ma ancora a quel tempo non si sapeva che bastavano un ammollo per alcune ore in acqua e una bollitura per scongiurare ogni rischio. Negli ultimi anni per fortuna si è riscoperta la sua coltivazione e il suo utilizzo in cucina.
Dal punto di vista nutrizionale è un legume piuttosto energetico con 320 kcal per 100 gr, di cu circa il 50% rappresentato dai carboidrati. Ma sappiamo che le calorie non sono tutto: la caratteristica principale è il contenuto di proteine (fino al 30%) quindi ideale nell’alimentazione degli sportivi, ma anche per combattere stanchezza, fisica e mentale, o nei periodi di convalescenza, anche grazie all’elevato contenuto di ferro, calcio e potassio.
In sostanza la cicerchia è un ottimo alimento per tutta la famiglia, dai piccoli agli anziani, perché aiuta ossa, muscoli e denti.
Ovviamente è anche un legume indispensabile nell‘ alimentazione vegetariana e vegana dato l’alto valore biologico delle sue proteine.
Come altri legumi ha pochi grassi ed è riccha di fibra, che facilita la funzionalità intestinale ma soprattutto aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue prevenendo il rischio di malattie cardiovascolari.
Ma non tutta la cicerchia è uguale!
Il suo ampio utilizzo nei tempi antichi era dato dal fatto che è una pianta molto robusta che può adattarsi a vivere in ambienti diversi, in climi aridi piuttosto che freddi, e in diverse tipologie di terreno. Per questo motivo possiamo trovare semi molto diversi tra loro: grandi o piuttosto piccoli, di colore grigio fino al giallastro.
Ogni sua caratteristica, dall’aspetto alle proprietà organolettiche a quelle nutrizionali, riflette l’ ambiente in cui cresce
Così mi descrive la cicerchia Francesco Fortuni che, nella sua Azienda agricola Lorenzo a Montemonaco, la coltiva da diversi anni. Mi spiega che la cicerchia di montagna, rigorosamente biologica, è molto diversa da quella coltivata a basse altitudini: è più piccola, con un gusto più delicato, ha bisogno di meno tempo di ammollo e si cucina più facilmente.
Mi da’ anche un consiglio culinario: per assaporare al meglio questo legume l’abbinamento giusto è in zuppa con un filo di olio extravergine di qualità. Ma possiamo anche utilizzarla come condimento ad una pasta o utilizzare la farina per preparare focacce o polenta adatte ai celiaci, in quanto priva di glutine.
La coltivazione di questo antichissimo legume, come di altri alimenti in via di estinzione, rappresenta un importante contributo nel recupero della biodiversità, della memoria storica, delle tradizioni e, non meno importante nel mantenimento della nostra salute.