Con l’arrivo (o quasi) delle belle giornate ho ricominciato a frequentare con un po’ più di calma i mercati di Campagna Amica e questa volta la mia attenzione è stata catturata, anzi no rapita, da un ortaggio ancora poco conosciuto: la patata viola. Non ho le allucinazioni, non è un OGM e neanche un miscuglio di coloranti alimentari. E’ una vera e propria patata con un gusto e proprietà salutari molto particolari.
Se andata al mercato e volete acquistare le patate viole dovreste allora chiamarle con il loro vero nome: patate vitelotte, un cultivar molto usato nel nord Europa in particolare in Francia. Negli ultimi anni anche i nostri cuochi stellati hanno cominciato ad utilizzarla per creare spettacolari scenografia culinarie, non sapendo forse che aveva anche delle importanti caratteristiche nutrizionali.
La sua caratteristica peculiare, il colore viola, è proprio quello che le conferisce tali proprietà. Il colore infatti è dato dall’elevata concentrazione degli antociani o antocianine, sostanze appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, che abbiamo già incontrato spesso nel nostro viaggio alla scoperta dei benefici degli alimenti. Gli antociani li conosciamo perché ne sono ricchi alcuni alimenti ben più noti come uva nera, mirtilli, fragole ed altri frutti di bosco. Ma sappiate che le patate viola ne contengono molto di più. La proprietà principale degli antociani è la loro capacità antiossidante che agisce soprattutto sullo stato di salute di vene e capillari. Sono cioè tonici vascolari che aiutano la circolazione ma anche tutto il funzionamento del nostro apparato cardio circolatorio. Se a questo aggiungete che le patate viola sono ricchissime di sali minerali tra cui il potassio, non c’è dubbio che mangiare patate viola fa bene al nostro cuore. Gli antociani contenuti in questo tubero sono in grado di neutralizzare i radicali liberi responsabili di molte patologie, degli stati infiammatori e dell’invecchiamento.
Dal punto di vista nutrizionale hanno calorie simili alle patate classiche (circa 80 ogni 100 gr), perciò non possiamo dire che sono ipocaloriche ma possono essere introdotte in un’alimentazione equilibrata o anche dietetica con qualche accorgimento. Sono costituite prevalentemente da carboidrati complessi, l’amido, anche se il contenuto è minore rispetto alle patate classiche, caratteristica che diventa evidente quando le utilizziamo per alcune preparazioni. Rispetto alle pallide cugine hanno un contenuto più elevato di proteine, in particolare isoleucina e treonina. Contengono anche vitamine in particolare del gruppo B e vitamina C che sfortunatamente perdiamo durante la cottura.
A questo punto vi chiederete che gusto hanno?
Per conoscerla ed assaggiarla sono tornata da Laura Gioacchini dell’ azienda agricola “Cose dell’altro Orto” di Osimo (AN). Laura, che ormai conosco per la sua intraprendenza nel coltivare ortaggi rari ed inconsueti (sempre con metodi rigorosamente naturali), mi racconta delle difficoltà di incominciare una coltivazione così inconsueta. Sia perché poco conosciuta, sia perché la resa di questo tipo di ortaggio è decisamente più bassa rispetto alla patata classica. Ma questo non l’ha scoraggiata! Complice anche l’utilizzo della patata viola da parte degli chef per abbellire i loro piatti, questo tubero comincia a trovarsi anche sulla nostre tavole e ne vale la pena, visto il suo gusto così dolce (e le sue proprietà!), simile alla castagna o alla nocciola.
Tra le altre caratteristiche Laura mi dice che è molto versatile in cucina e, dato il minor contenuto di amido, spesso risulta più leggera. Lei sicuramente ha approfittato di questa versatilità sia in campo culinario, preparando dei gustosi cracker di patate viola, ed anche sfruttandone le proprietà antinfiammatorie e lenitive in prodotti cosmetici.