Un impegno di lavoro e qualche ora di libertà insieme alla mia famiglia mi hanno dato l’occasione di fare una passeggiata al porto di Fano durante un bellissimo tramonto.
Era tantissimi anni che non avevo l’occasione per andare a Fano, se non di passaggio per andare nell’entroterra. E come capita spesso, il “carpe diem” con qualche ora libera si è trasformato in una piacevole serata con piccole sorprese.
Passeggiando per il molo a fianco alla spiaggia scopro una statua che mi colpisce molto: una mamma rivolta al mare con in braccio un bambino.
E’ la “Tempesta”, un monumento in ricordo della tragedia che ha colpito la città di Fano l’ 8 Giugno 1964: un terribile unbrifagio in cui morirono diversi pescatori della flotta fanese.
Proseguendo per la passeggiata incontriamo quelle che mio figlio chiama “palafitte”. Gli spiego che in realtà si chiamano trabucchi un sistema di pesca a rete. Il tramonto e i loro colori sgargianti li rendono così affascinanti.
Persino il tetrapode frangiflutti acquista un chè di romantico.
Al ritorno dalla passeggiata ci accompagna una barca di ritorno dalla pesce (forse) ed uno spettacolare tramonto.
Visto che si avvicina l’ora di cena decidiamo di andare in un piccolo locale che avevamo già addocchiato all’andata.
Più tipico di così! Io ovviamente ho provato il pesce, un mix di antipasti freddi decisamente buoni (e soprattutto light) accompagnati da un Bianchello del Metauro.
Il menù offre tipicità fanesi a base di pesce, ma anche per chi non lo ama ci sono altre alternative. Come hanno fatto i miei figli!
Buon giro a Fano!